Prodotto

“Mousse” “salsicciotti” “antiforatura”… con camera, senza camera, rotondi, sagomati, piatti, rigidi o morbidi, leggeri o pesanti… ma il liquido ci và? E chi più ne ha più ne metta…

Parliamo di inserti di protezione per ruote di Mtb, sono apparsi circa quattro anni fa: al principio erano pochissimi produttori che avevano sviluppato, senza sapere uno dell’altro e ciascuno con un approccio diverso, un prodotto innovativo che sarebbe entrato subito a far parte del corredo di una moderna Mtb: la cosiddetta mousse antiforatura.

Poi, sull’onda del successo di questi, è cominciata a proliferare una miriade di cloni, più o meno riusciti (più meno che più…) con efficacia (e costo) a volte imbarazzante; tanto da far credere ad una parte di sfortunati utilizzatori che l’inserto per protettivo non funziona e quindi tanto vale tornare al tubeless normale.

Tutto questo è successo e succede ancora, perchè molti utilizzatori, per poche conoscenze tecniche o voglia di informarsi, si fidano del negoziante poco attento o della pubblicità, cadendo spesso nell’acquisto sbagliato. Vediamo di capire meglio il perchè.

Iniziamo subito col dire quali dovrebbero essere le caratteristiche ottimali di un buon “inserto protettivo” come credo sia più giusto chiamarlo:

  • prima di tutto l’effettiva protezione da “pizzicature” con conseguente foratura o danni al cerchio;
  • poi seguono la leggerezza e la possibilità di correre con pneumatico sgonfio (runflat);
  • l’aiuto in tutte le situazioni di fuoristrada sconnesso e tecnico, rendendo la guida più stabile, più scorrevole e meno affaticante, oltre che aumentare notevolmente il grip, sia in discesa che in salita;
  • per ultime, ma non per questo meno importanti, la facilità di montaggio e, inutile dirlo, l’impermeabilità al liquido sigillante.

Purtroppo, quasi tutte queste caratteristiche sono in conflitto con la principale, infatti, se voglio più protezione dovrò aggiungere peso e, pur conservando l’aspetto “runflat” fatalmente il risultato sarà anche un prodotto più rigido, quindi meno performante sotto l’aspetto scorrevolezza, assorbimento, manovrabilità e grip, oltre che più difficile da montare.

Oltretutto anche le esigenze dei biker non sono sempre le stesse: specialità praticate, percorsi abitualmente utilizzati, peso ed abilità dell’utilizzatore vanno sempre considerati ai fini di una scelta ottimale. Provate a pensare l’enorme differenza che passa tra un tranquillo biker che esce solo nei week-end su percorsi facili, un appassionato del xc ed un esperto endurista, sempre in cerca di percorsi impegnativi (per non parlare di DH!).

Chiaramente avranno bisogno di soluzioni diverse che soddisfino al massimo le loro esigenze.

Oppure, di un inserto che racchiuda in se tutti i vantaggi sopra menzionati…

“SoulCiccia” ci sta lavorando da un po’.

STAY TUNED: qualcosa di nuovo si vedrà al “Italian Bike Festival” di Rimini, venite a trovarci allo stand “MANDELLI” e lo scoprirete.

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